Ibis Lancillotto

TENERO - «A un certo punto abbiamo visto questo uccello appollaiarsi sulla ringhiera che divide il Lido dal campeggio», ci racconta Maurizio, che stava passando una giornata al lago quando un raro ibis eremita ha fatto la sua apparizione a Tenero. «La gente è accorsa da tutti e due i lati, si sentiva parlare in tutte le lingue e tutti a cercare su Google che razza di animale fosse».

«Non era spaventato, anzi molto curioso. Dopo un po’ è sceso sulla spiaggia, ha preso di mira i nostri asciugamani. Era interessato agli oggetti, prima ha preso gli occhiali da vista, poi ha giocato con il mio marsupio», continua Maurizio. «È stato lì un’oretta ed è stata la star di tutta la zona. Ha un aspetto particolarissimo, per come si muove, per il becco e quegli occhi che ti guardano».

Dopo qualche ricerca scopriamo che si tratta di Lancillotto, un maschio di un anno appartenente al progetto Reason for Hope, gestito tra l’Austria, l’Italia e la Germania, che vuole reintrodurre l’ibis eremita in Europa. «Lancillotto è già stato avvistato a Lodrino il 17 luglio, poi a Biasca, Preonzo ed è arrivato sul piano di Magadino a inizio agosto», ci spiega Roberto Lardelli, presidente dell'associazione ornitologica Ficedula.

Alcuni degli ibis introdotti sono stati allevati in voliera, altri invece a mano dall’uomo. «Lancillotto è uno di questi, quindi è abituato alla presenza dell’uomo, anzi la cerca», continua Lardelli. Un vantaggio, ma anche un limite: «Purtroppo il progetto ha già perso diversi ibis eremita, molti sono stati presi a fucilate».

Se, a prima vista, viene da chiedersi cosa c’entri questo volatile con il Ticino, la storia racconta altro. «È probabile che nel '500 nidificasse proprio sulle rive del Verbano», racconta Lardelli. In un testo dell’epoca, infatti, il naturalista svizzero Conrad Gessner indicava proprio nel Locarnese una delle tappe di quello che allora veniva chiamato corvo di roccia. «È del tutto naturale che passi dal Ticino», spiega Lardelli. Quasi certamente la direzione è quella della Toscana, in Maremma dove la colonia europea è abituata a svernare.

Cosa fare se lo si incontra? «Le segnalazioni di chi lo avvista sono importanti, ma non fondamentali. I coordinatori del progetto conoscono quotidianamente la posizione di Lancillotto grazie a un trasmettitore Gps», spiega Roberto Lardelli. «L’invito che si può fare è a non dargli del cibo. Sono animali selvatici e devono nutrirsi da soli».

Lancillotto, infatti, ieri a Tenero non si è fatto ingolosire dagli Zwieback che qualcuno gli ha allungato. Anzi, prevalentemente carnivoro, ha perlustrato con il becco anche la spiaggia del Lido alla ricerca di qualche preda, come ci ha raccontato Maurizio: «Prendeva gli asciugamani dal bordo e li alzava, poi picchiettava nella sabbia con il lungo becco».